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EMILIA PARABOLICA
Qua una volta era tutto mare
Massimo Zamboni
Fandango libri 2002
Un romanzo scritto con l'acqua alla gola Solenne e smagrito Muck B. Ulligan apparve sul pianerottolo delle scale, recando un vassoio ovale di schiuma. Levò l'ovale in alto e intonò: "Introibo ad altare Dei." Risatine. Baffi da leccare. Lena e il Rollo troppo impegnati tra di loro per scostarsi. "Perchè questo, o diletti, è il genuino Cristolino: corpo e anima e sangue." Il Tenente Drogo allunga le gambe. Scosse. "I galantuomini chiudano gli occhi. C'è un piccolo problema con dei corpuscoli bianchi." Blandamente isterica, un'Emilia al culmine della parabola vitale si deve arrendere all'unico nemico che per pura distrazione non ha saputo contrastare. Viene da destra, come sempre da noi: è il mare. Già. Crollano le dighe da Rimini al Po, sulle acque scivolano altre acque traslando piene, vanno sotto le case le discoteche al livello zero, i campi le tangenziali le GygaCoop i Bar Decò, le cuspidi dei Duomi, tutte le Resistenze, e sommergono la grande cultura del porco e del formaggio. Non in una furia, no. Cosï, dolce dolce. Ed è pur sereno questo spegnersi di civiltà: quasi come d'anestetico. "M.Z. è nato nel 1957 a Reggio Emilia. Eredita due linee di sangue dai nonni, una dalla pianura più bassa e codificata, la Brescello di Don Camillo e Peppone, una dal paese più alto dell'Appennino, Monteorsaro; e questo ne spiega la sostanziale plurischizofrenia. Che riverserà in musica fondando i CCCP e più tardi i CSI. Ora fa il contadino ipotetico, compone colonne sonore per il cinema, scrive, ci ragiona su" (dal risvolto di copertina) Al momento il libro è fuori commercio |