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GOD SAVE THE GREEN
Alessandro Rossi / Michele Mellara
Mammutfilm, 2012 - 75' - 52'
Don't Forget / Armata / Grondando / Aria di piombo / Tinn Tann / Una casa di paglia / Schiava dell'aria / Marea / Pazzito / Quando se non ora
ASCOLTA UN BRANO Scritto e diretto da: Michele Mellara, Alessandro Rossi Ricerca: Giorgio Prosdocimi Gianquinto, Francesco Orsini, Direttore della fotografia: Marco Mensa, Michele Mellara, Cameramen: Michele Mellara, Marco Mensa, Francesco Merini, Registrazione suoni: Alessandro Rossi, Editor: Marco Duretti, Color Correction e Graphic Design: Marco Fantozzi, Musica: Massimo Zamboni, Voice over: Angela Baraldi, Prodotto da: Ilaria Malagutti Produzione: Mammut Film con: Ethnos e CEFA, con la sponsorizzazione di: Università di Bologna e DISTA, Con il contributo di: Cineteca di Bologna - Film Commission Bologna -; Regione Emilia Romagna; APQ GECO; Film Commission Torino Piemonte; Con il suppoorto di: D.E-R (documentarists of Emilia Romagna) e: Media European Community Program Una travolgente e globale risposta politica e culturale al modello consumistico. Un documentario verde che racconta storie di persone che, attraverso il verde urbano, danno un nuovo senso alla parola comunità. La narrazione sviluppa un mosaico di storie: l'ultimo giardino in uno dei più popolati quartieri di Casablanca (Marocco); coltivazioni idroponiche gestite da un gruppo di donne a Teresina (Brasile); orti comunitari a Berlino (Germania); coltivazioni all'intrno di sacchi nelle bidonville di Nairobi (Kenia); giardini pensili a Torino e Bologna (Italia). L'affresco di un mondo che attraverso il verde urbano ha ridefinito la sua esistenza. andrea.peraro@cineteca.bologna.it / info@mammutfilm.it Organizza una proiezione
"Dovresti avere almeno una piccola aiuola per conoscere quello che calpesti. Allora vedresti che .." - Dal 2007 la maggior parte delle persone che popolano il nostro mondo, per la prima volta nella storia, vive nelle periferie delle città e non più nelle campagne. Una trasformazione antropologica si sta compiendo a livello globale: l'uomo, da pastore e agricoltore che era, si è trasformato in cittadino. Eppure nelle ferite delle metropoli, tra i grattacieli brillanti di cristallo, negli slum fatiscenti delle megalopoli, riemerge prepotente il bisogno degli uomini di immergere le mani nelle zolle di terra. Quell'essere agricoltori, quel bisogno costitutivo della nostra specie, in ogni cultura, di lavorare la terra, riaffiora scardinando ritmi e obblighi del vivere urbano. La narrazione sviluppa un mosaico di storie: l'ultimo giardino in uno dei più popolati quartieri di Casablaca in Marocco, le coltivazioni idroponiche gestite da un gruppo di donne a Teresina in Brasile, gli orti comunitari a Berlino, le coltivazioni all'interno di sacchi nella bidonville di Nairobi in Kenya e infine i giardini pensili a Torino e Bologna. Si compone così l'affresco di un mondo che, attraverso il verde urbano, ha ridefinito la propria esistenza, in una travolgente e globale risposta politica e culturale al declino e alle storture del modello consumistico. ""Il futuro non è davanti a noi, ma è già qui sotto forma di germoglio…" |