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MOLTITUDINE PUBBLICA #01
Daria Menozzi
video Installazione - 28' - D. Menozzi 2008
Le Moltitudini ![]()
Regia: Daria Menozzi. Duemila cittadini di Spilamberto (MO). Una moltitudine di persone. "Ogni identità è fatta di memoria e oblio. Più che nel passato, va cercata nel suo costante divenire". (Marco Aime)
Moltitudine pubblica #1. Spilamberto, è la prima tappa di un work in progress che prevede l’intervento in diverse città/comunità emblematiche del mondo contemporaneo.
Da sempre mi sono interessate le comunità, gli individui in relazione alle comunità. Per raccontare il possibile senso di apparte nenza di una collettività in trasformazione, per realizzare un film su una moltitudine di persone, un pomeriggio assolato di Maggio 2008, ho invitato il numero più alto possibile di cittadine e cittadini. Circa duemila persone sono intervenute volontariamente per prendere parte a questo film di gruppo. I volti e i corpi delle persone/cittadine e cittadini, erano come un paesaggio. In quel pomeriggio Spilamberto ha reso visibile un paesaggio interiore. Mi interessava capire le meccaniche del senso di appartenenza degli individui ad un territorio, ad un luogo, ad una comunità che come il trascorrere del tempo, non è mai qualcosa di inerte, di statico. Finalmente, l’immagine in movimento, un carrello lungo 20 metri ha reso possibile questa visione/incontro, questa verifica incerta di una costante metamorfosi.
Daria Menozzi
Ma il regalo più bello di questo lavoro è la forte emozione, propria di ogni istantanea rubata. E’ l’elegia di quel momento in cui eravamo così, in quella splendida giornata di maggio, accaldati, curiosi, annoiati…
Noi sappiamo che esiste una comunità spilambertese, che è diversa da quella di vent’anni fa, o di cent’anni fa, sappiamo che è forte e coesa e la consegniamo, con una foto in movimento, al proprio futuro.
Daniela Barozzi, assessore alla Cultura del Comune di Spilamberto. Il dvd può essere richiesto a Comune di Spilamberto (MO): paola.corni@comune.spilamberto.mo.it Componendo la colonna sonora di Moltitudine Pubblica ho pensato spesso a quale sentimento potesse – tradotto in musica – accogliere tanti volti, tante storie, tante età differenti. Qualcosa di poco definibile, situato negli organi più caldi del nostro corpo, e che ondeggia tra la malinconia e l’ottimismo, per quello che mostrano le immagini, quel continuo nostro procedere a ondate e ricominciare sempre. La musica si offre in questo come genere di conforto: per chi c’è, per chi non c’è già più, per coloro – tutti, in verità – che si sono già modificati dalle riprese in poi. Siamo noi, quella moltitudine, non solo nel condividere una terra, ma nel trasformarsi nostro gli uni negli altri e saper rimanere irripetibili. Queste immagini definiscono già l’occhiata storica, e ci farà impressione rivederle tra pochi anni. Così, se profezia è la capacità di prevedere il presente, Moltitudine Pubblica riesce a dirci chi siamo, secondo il punto di vista di chi sarà. |